ANT è una storia che continua
ANT è una storia che continua, lo diciamo spesso. Ma un conto è dirlo e un altro è avere la conferma che non si tratta di una frase fatta. La riprova è stata l’ANT Insieme, la tre giorni di celebrazioni per il nostro 45esimo compleanno che ha portato a Bologna, dove siamo nati, 700 volontari da tutta Italia.
Il successo della festa, organizzata nel ricordo del Prof Pannuti, ideatore del modello di assistenza che ci ha reso quello che siamo, ha superato le più rosee aspettative. Sia per l’alto valore del contributo scientifico che abbiamo cercato di fornire alla nostra prima branca di specializzazione, quella delle cure palliative, sia dal punto di vista della risposta dei volontari, cuore pulsante e motore imprescindibile di ogni attività di ANT.
Con le sale piene durante tutto l’arco dei convegni da un lato e, dall’altro, con i posti a tavola tutti occupati durante la nostra ‘cena in famiglia’.
Perché questo, in fin dei conti, è ciò su cui si regge la Fondazione: l’unione fra il progresso delle scienze mediche nel trattamento a domicilio dei sofferenti di tumore e quell’entusiasmo e quella dedizione tipici del volontariato senza i quali nessuna realtà del Terzo Settore potrebbe fare la differenza che fa. Il tutto, peraltro, sullo sfondo di valori condivisi, anche questi ereditati dal nostro indimenticato fondatore, messi nero su bianco nel Codice Etico che hanno voluto sottoscrivere anche i nostri ospiti, su tutti il cardinale di Bologna e presidente della CEI, mons. Matteo Maria Zuppi, i rappresentanti delle istituzioni che sono stati con noi venerdì – dal Vice Ministro Galeazzo Bignami al Presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini passando per Emily Clancy e Luca Rizzo Nervo, vice sindaca e assessore del Comune di Bologna – e a tutte le persone di ANT.
Il passato e il presente, insomma, ma se dico che sono certa che siamo una storia che continua significa che siamo anche più che pronti a investire sul futuro. E che siamo pronti, in primo luogo, a promuovere il nostro esempio perché diventi un modello d’azione di respiro nazionale. E a spronare le autorità politiche, attraverso ogni canale a noi accessibile, perché conducano in porto un processo di aggiornamento del Codice del Terzo Settore al quale mancano ancora i decreti attuativi.
Sul piano della maggiore attenzione alla galassia del volontariato che da sempre chiediamo alla politica, invece, i concetti di co-progettazione e co-programmazione restano la cornice entro la quale desideriamo operare in accordo con le istituzioni pubbliche. Per moltiplicare fin dove possibile quel benefico impatto sociale sulla cittadinanza che, come certificato per noi da Human Foundation, ci contraddistingue ogni giorno di più. E per continuare ad essere quel volano di risparmio per il SSN e per gli stakeholder pubblici e privati del territorio che ANT è dal giorno della sua nascita.
Detto questo, all’indomani di un weekend tanto speciale, è soprattutto il momento di dire grazie per la gioia genuina e l’onore infinito che ho provato nel farmi rappresentante del lavoro di tutti noi. Ringrazio le due anime di ANT, Volontari, operatori e collaboratori: ognuno di noi ha ben chiaro dentro di sé il concetto di EUBIOSIA come dignità della vita.
Grazie per quello che fate ogni giorno, grazie a nome dei nostri Sofferenti e delle loro Famiglie.
Con la fiducia che il domani non smetterà di regalarci nuove sfide e impagabili soddisfazioni.
Raffaella Pannuti, Presidente Fondazione ANT