Un ‘Nipote in affitto’ per gli assistiti ANT Grazie al sostegno di EMIL BANCA
La Fondazione attiva a Bologna il servizio pensato per colmare il gap digitale
Problemi con la tecnologia? Difficoltà a usare i mezzi digitali per fare quello che fino a pochi anni fa pareva già perfetto in versione analogica? Spesso, per i meno giovani, la soluzione è affidarsi ai nipoti. Ma anche chi non ne abbia nessuno, specie se malato o in condizioni di fragilità, ora potrà contare su un amico della Generazione Z. Assicurandosi il sostegno di un ‘Nipote in affitto’.
Si chiama così, con felice intuizione, la startup barese nata col proposito di affiancare giovani assistenti avvezzi alle nuove tecnologie agli anziani meno reattivi nell’utilizzo dei device contemporanei, che da oggi unisce i propri sforzi a quelli di Fondazione ANT. Varando, in una Città Metropolitana di Bologna che si aggiunge all’intero territorio pugliese, un programma di affiancamento tecnologico specificamente dedicato ai malati oncologici e ai caregiver e operatori sanitari che li seguono quotidianamente.
L’assistenza ai sofferenti di tumore in fase avanzata o avanzatissima deve avere il carattere di una presa in carico globale di carattere socioassistenziale – ha spiegato la presidente di Fondazione ANT, Raffaella Pannuti -. In questa ottica, quella di una visione assistenziale cucita sulle necessità specifiche di ciascun paziente e caregiver, procede anche il nostro coordinamento con Nipote in affitto. Sullo sfondo di un concetto di telemedicina che non prescinda mai dall’umanizzazione delle cure.
Il progetto di Nipote in affitto e ANT, in partenza in queste settimane sul territorio bolognese, è reso possibile grazie al sostegno di EMIL BANCA, l’istituto di credito cooperativo da 54.000 soci, 184.000 clienti e 97 filiali sparse per l’Emilia-Romagna con il quale ANT intrattiene da sempre un rapporto di proficua collaborazione.
Siamo partner di Ant praticamente da sempre, sia per l’attività di assistenza domiciliare a cui contribuiscono anche i nostri Comitati Soci locali, sia nell’attività di prevenzione, con diverse centinaia di nostri Soci che ogni anno si sottopongono a visite specialistiche gratuite con i medici della Fondazione – ha ricordato Daniele Ravaglia, direttore generale di Emil Banca, che ha aggiunto – Da qualche anno stiamo lavorando assieme anche per abbattere le barriere. Quelle fisiche, con un mezzo attrezzato per viste specialistiche di prevenzione che porta i medici nei Comuni dell’Appenino bolognese e reggiano, e, oggi, con questo progetto, le barriere digitali.
In sostanza, si tratta di tarare sulle particolari esigenze quotidiane dei pazienti oncologici e di chi li assiste – ad esempio attivazione dello SPID, consultazione del fascicolo sanitario elettronico, accesso al sito INPS e altro – un sistema già ben rodato e già attivo sia in presenza (a Bari, Napoli, Foggia, Bologna, Torino, Milano, Monza, Bergamo, Palermo, Genova) sia da remoto per chiunque ne faccia richiesta. Nel primo caso, è possibile scegliere fra pacchetti di consulenza a domicilio da una, tre o cinque ore, mentre nel secondo si possono richiedere uno o più colloqui in videochiamata della durata di 30 minuti.
C’è una fetta di popolazione che ha pienamente diritto ad accedere ai nuovi servizi digitali, a sentirsi inclusa nella vita sociale, – è il punto di vista di Roberto Salamina, CEO e co-founder di Nipote in affitto – e vogliamo rendere inclusa e coinvolta la generazione più longeva di sempre: i Baby Boomers.
Mentre per Valentina de Caro, CMO e co-founder della startup barese, il digitale è uno dei cardini dell’inclusività della nostra società e avere accesso ai dispositivi digitali permette a tutti di potersi collegare ed imparare. Del resto, è la chiosa, il digitale è inclusivo, o almeno così almeno dovrebbe essere, mentre per una fascia di popolazione, fino a quando non sarà al passo con tutti gli altri, sarà sempre esclusivo.
Quindi, visti l’insistenza sul concetto di assistenza domiciliare di ‘Nipote in affitto’ e i 45 anni di esperienza di Fondazione ANT sul medesimo tema, anche se declinato dal punto di vista medico-sanitario, una partnership strutturata fra le due realtà era da tempo all’orizzonte. In vista di un rafforzamento e di un ampliamento dei servizi gratuiti offerti al paziente oncologico che ANT persegue da sempre senza sosta.
Senza contare che il futuro, come provano anche recenti studi e sperimentazioni in questa direzione condotti da parte della Fondazione, guarda sempre più alla telemedicina come a uno strumento indispensabile per le cure domiciliari. E, dunque, l’alfabetizzazione tecnologica del paziente (anche al di là del mero uso di smartphone e tablet) diventerà giocoforza ogni giorno più urgente.
Il servizio ‘Nipote in affitto’ è a disposizione dei pazienti assistiti da ANT e dei loro caregiver su richiesta degli interessati o su proposta dei professionisti che li seguono, così da semplificare l’accesso alle opportunità offerte dal digitale.
Maggiori informazioni sulla ricerca in ambito di telemedicina di ANT a questo link https://ant.it/cosa-facciamo/ricerca/progetto-telemedicina-butterflife/